Provinciali tra frane e polemiche

Strade pericolose, 8 milioni da Regione. Lavori già assegnati: “Il ritardo non dipende da noi”

Sono 8 gli interventi finanziati, con gare d’appalto concluse da mesi. L’assessore Nagni mostra i numeri dei fondi erogati ai centri molisani a rischio isolamento, e replica alle accuse dei sindaci: “Dire che non abbiamo fatto nulla è ingiusto e scorretto. Capisco i problemi dei cittadini, ma da parte della nostra Istituzione c’è stata massima attenzione. Se poi i lavori non partiti, non dipende da noi: i soggetti attuatori sono Comuni e Provincia”. Il sindaco di Civitacampomarano Paolo Manuele, che non ha firmato il documento di protesta con gli altri 9 colleghi e i parroci, spiega la sua posizione: “Non ho condiviso i metodo, e poi questo disastro esiste dai tempi in cui facevo il liceo. Ora bisogna affrettare i lavori”. Intanto la Provincia ha completato il dossier del fabbisogno dei 1500 chilometri di strade di competenza dell’ente. “Servirebbero 227 milioni di euro – dice il neo delegato Peppe D’Elia – ma è essenziale fare una scelta sulle priorità in accordo con i sindaci”.

Civitacampomarano, 400 anime, si trova tra Castelmauro, Castelbottaccio e Lupara. Una posizione geografica infelice, interna rispetto alla fondovalle del Biferno e su una strada – la Provinciale 163 – che da tempo, sul versante di Castelmauro, è interdetta ai camion e agli autobus. Ambulanza e scuolabus ci passano a malapena, e non si sa ancora per quanto visto che, a causa della frana che peggiora di mese in mese, la corsia si fa sempre più stretta e pericolosa. Il dislivello dell’asfalto è arrivato a decine di centimetri, e perfino gli automobilisti ci passano a stento, dopo essersi fatti il segno della croce. Il sindaco di Civitacampomarano, Paolo Manuele, 37 anni (terzo nella foto dopo Nagni e D’Elia) non ha però firmato il documento di protesta di nuove suoi colleghi e di svariati parroci della zona, i quali in un duro scritto di qualche giorno fa lamentano, oltre alla condizione disastrosa delle strade, soprattutto quelle di competenza provinciale, l’indifferenza assoluta delle Istituzioni e in modo particolare della Regione Molise.

«Non condivido il metodo – sostiene Paolo Manuele – anche perché se è vero che la situazione è drammatica, è anche vero che si protrae da anni, anni e anni. Inoltre non credo sia giusto dire che non è stato fatto nulla, perché la Regione Molise ha deliberato due milioni per la provinciale sulla quale si trova il Comune che amministro e altri due milioni per completare la Colle d’Ambra, che collega Civita alla fondovalle del Biferno».

Non sono gli unici fondi messi a disposizione dalla Regione Molise per tamponare la disastrosa condizione delle strade in un’area, quella tra Montefalcone Palata, Tavenna e Castelmauro, a cavallo tra il fiumi Biferno e Trigno, dove basta una pioggia più abbondante del solito ad aprire il nuove voragini. E a spingere per le ordinanze di chiusura. Questione di sicurezza, davanti alla quale i primi cittadini sostengono di sentirsi impotenti e accusano le Istituzioni di indifferenza. Indifferenza che l’assessore alla Viabilità e ai Trasporti della Regione Pierpaolo Nanni rispedisce al mittente: «Nel pieno rispetto delle palesi difficoltà che cittadini di quei territori affrontano – chiarisce – bisogna riportare la questione nella sua dimensione reale. La Regione con le risorse dell’FSC 2017-2013 Accordo di Programma Quadro Viabilità FSC 2017 ha stanziato somme per un totale di oltre8 milioni di euro», per intervenire sulla viabilità dell’area che oggi reclama urgenti azioni di sistemazione.

I finanziamenti riguardano, oltre al completamento della strada “Colle d’Ambra”, di collegamento alla Fondovalle Biferno (2 milioni di euro, soggetto attuatore Comune di Civitacampomarano) e la messa in sicurezza della Strada Provinciale 163 da Civitacampomarano direzione Castelmauro (2 milioni di euro, soggetto attuatore Provincia di Campobasso), il risanamento e miglioramento criticità della Provinciale 37 “Le Guardate”, della Provinciale 110 “Petacciato-Guglionesi” e della Provinciale 113 “Fondo Valle Sinarca” (2,5 milioni di euro, soggetto attuatore Provincia di Campobasso). E ancora: 500 mila euro per mettere in sicurezza la Piana del Mulino e la strada di collegamento al centro abitato Ripalta Vecchia (Comune di Mafalda); 400 mila euro per lo studio geologico I lotto – Santa Giusta – Collegamento Castellelce trasversale Fondovalle Trigno e Fondovalle Biferno, (soggetto attuatore Provincia di Campobasso), opera questa che rientra in quelle finanziate dal Patto per il Sud e vede risorse impegnate per 25 milioni di euro.
Ci sono poi 200mila euro per il completamento strada Dolazzo e messa in sicurezza viabilità del centro urbano del Comune di Montemitro, 400mila euro perla Provinciale n. 15 nel tratto Trivento F.V. Trigno e della Provinciale 41 nel tratto dalla rotatoria al bivio di Bagnoli del Trigno al bivio di Pietracupa, e 175 mila euro per i lavori sulla Provinciale 78 Montefalcone-Acquaviva Collecroce, per il dissesto del ponte. Opere di competenza della Provincia di Campobasso.

«Insomma, complessivamente 8 milioni e 685mila euro che – conclude Nanni con una frecciatina ai sindaci – la distratta e disattenta Regione ha scelto di destinare a lavori urgenti, tutti segnalati dagli amministratori locali. Sentire dopo un puntuale e certosino lavoro che ci ha visti ascoltare in molte occasioni tutti i sindaci di quel territorio, che la Regione non si interessa dei problemi della viabilità è paradossale, oltre che ingiusto e non corretto».

Paolo Manuele, il sindaco di Civitacampomarano, riconosce che finalmente arrivano finanziamenti, per i quali peraltro le gare d’appalto sono state già fatte. «Il ritardo degli interventi – aggiunge Nagni – non è imputabile a noi. I soggetti attuatori sono Comuni e Provincia di Campobasso».

Le gare d’appalto in realtà sono state fatte entro il 30 giugno 2016, eppure – malgrado l’estate in mezzo che avrebbe consentito di intervenire – non una ruspa si è vista. «Riconosciamo molti ritardi di carattere amministrativo – ammette Manuele che abbinati agli eventi meteorologici di gennaio, neve in primis, hanno accentuato le criticità che già c’erano. Certo il finanziamento, per quanto cospicuo, non riuscirà a soddisfare tutte le esigenze, ma almeno è un’opera che la Regione ha voluto dare al territorio. Non me la sento proprio di accusare qualcuno quando ricordo bene che c’erano le stesse criticità nel periodo in cui dovevo prendere l’autobus per andare al liceo, e bisognava attraversare tutto il paese perché sull’altro versante la strada era spesso interrotta».

«Queste situazioni – prosegue il sindaco – partono da anni di incuria e di mancanza di manutenzione. Abbiamo avuto governi provinciali che non hanno fatto nulla, e non hanno trovato risposte per tanto tempo. La mia non è una polemica, ma è un’analisi obiettiva».

Intanto proprio la Provincia presieduta dal sindaco di Campobasso Antonio Battista dal settembre scorso, sta cercando di correre ai ripari velocizzando per quanto possibile l’iter dei progetti esecutivi, in modo che si possa partire in primavera con i lavori di emergenza straordinaria.
La struttura ha preparato un dossier che a breve sarà approvato in Consiglio e poi andrà in Regione. E’ un censimento di tutte le strade provinciali, e serve per vedere quelle sulle quali è più urgente intervenire. «Il 90 per cento di queste arterie è stato realizzato prima del 1960: sono vecchie e risentono di una sistematica mancanza di manutenzione» dice Peppe D’Elia, consigliere comunale di Campobasso e consigliere provinciale con delega alla viabilità da meno di due settimane, che sta seguendo il piano di interventi e fabbisogno della rete stradale.
«Complessivamente servirebbero 227 milioni di euro per 1500 km di provinciali. E’ ovvio che è una cifra improponibile, ma mi aspetto una serena discussione con i sindaci per vedere il programma che la Provincia deve stirare e tutelare la grande viabilità, dare cioè la precedenza alle strade che collegano più paesi».
L’obiettivo è quello di individuare le situazioni più urgenti con l’accordo delle amministrazioni comunali, e mettere in campo progetti mirati che possono essere ben più rapidi. «Se pensiamo di dover fare tutto non arriveremo mai a fare nulla».

Intanto il 3 febbraio in Prefettura alcuni sindaci potrebbero già riconsegnare le fasce tricolori come segno di protesta e impotenza. «Dal mio punto di vista è un gesto che non serve a nulla – sintetizza Paolo Manuele – quello che invece bisogna fare il più in fretta possibile e avviare i lavori, sia quelli di competenza dei Comuni che di competenza provinciale. E questo prima che la situazione peggiori ancora di più».

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