Cronache

Ricostruzione post-sisma, ditte in ginocchio: pagamenti fermi da un anno e case da finire

Ricostruzione post-terremoto. I pagamenti alle imprese sono fermi da quasi dodici mesi con il rischio di chiusura delle imprese e del licenziamento degli operai. A denunciare lo stallo è l’Ance, l’associazione dei costruttori edili che pur apprezzando le misure varate per facilitare le operazioni con la Fin Molise ribadisce che ciò non basta per superare la situazione di gravissima difficoltà delle imprese che hanno bisogno di liquidità. «Il ritardo – osserva il presidente Ance Umberto Uliano - sta toccando punte di quasi un anno: i pagamenti, infatti, con la nuova tranche di finanziamenti messi a disposizione dalla Regione, arriveranno a marzo 2016. Questa situazione è, di fatto, intollerabile. Le imprese non possono anticipare soldi di tasca propria perché non hanno più le risorse per farlo». Un appello deciso alle istituzioni per velocizzare i pagamenti: la priorità è far ripartire il lavoro.

Dal terremoto del 31 ottobre 2002 sono passati oltre quattordici anni. La ricostruzione nei paesi danneggiati dal sisma ancora non è finita. Due dati chiari che fanno emergere anche uno stato di cose non più rinviabile. A denunciare lo «stallo» è l’Ance Molise, l’Associazione dei costruttori edili: «i pagamenti alle imprese sono fermi da quasi un anno con il rischio di chiusura delle imprese e del licenziamento degli operai». I l presidente, Umberto Uliano, ha commentato positivamente le misure che il Governo regionale, anche per il tramite del Consigliere delegato per la ricostruzione Salvatore Ciocca, ha varato per facilitare l’espletamento delle operazioni con la FinMolise e l’anticipazione della liquidità necessaria a sopperire ai mancati pagamenti alle imprese, ma ha osservato che «ciò non basta per superare la situazione di gravissima difficoltà in cui si dibatte oggi il comparto delle costruzioni».

Un aspetto è fondamentale.«Da tempo – afferma Uliano – sosteniamo che la ripresa inizierà concretamente quando i pagamenti alle imprese saranno effettuati senza ritardi. L’Italia e il Molise, in particolare, sono ancora molto indietro. La pubblica amministrazione non paga tempestivamente, e farne le spese sono le imprese e i lavoratori. Per quanto riguarda le opere della ricostruzione – aggiunge il Presidente dell’Ance – il ritardo sta toccando punte di quasi un anno: i pagamenti, infatti, con la nuova tranche di finanziamenti messi a disposizione dalla Regione, arriveranno a marzo 2016. Questa situazione è, di fatto, intollerabile. Le imprese non possono anticipare soldi di tasca propria perché non hanno più le risorse per farlo».

L’Ance Molise lancia un monito al Governo regionale affinché prenda di petto la situazione e si decida, finalmente, a soddisfare le legittime aspettative delle imprese di costruzione. «Non possiamo più aspettare – aggiunge Uliano – la gravità complessiva della situazione, che non riguarda solo i lavori della ricostruzione, rende urgente garantire la ripresa immediata e definitiva dei pagamenti. Ribadiamo alla politica, a tutti i livelli, la nostra la nostra disponibilità che però non è infinita. Dobbiamo,tutti insieme, uscire da questa situazione di gravissima difficoltà, prendendo atto, finalmente, dell’importanza del settore edile per il Pil molisano. Sappiamo tutti, e tutti – in primis la Regione – ci dicono che se si fermano le costruzioni si ferma tutto l’economia regionale. Però, nonostante la parole, si sta facendo poco per far ripartire l’edilizia con misure concrete partendo, appunto, dal rispetto dei tempi per pagare le imprese».

La riflessione riguarda numerose ditte del settore di piccole, medie e grandi dimensioni, da quelle dei paesi a quelle dei centri più popolosi. «Se le imprese non vengono pagate – conclude il Presidente dell’Ance – non possono né pagare i propri dipendenti né programmare la propria attività. Noi, come dicevo prima, vogliamo fare la nostra parte mettendo a disposizione il nostro patrimonio di esperienza e di professionalità, e ribadendo la nostra collaborazione a tutti gli interlocutori pubblici, ma dobbiamo cominciare a vedere risultati concreti; non possiamo più assistere all’assunzione di impegni generici perché il tempo delle promesse è finito ormai da un pezzo e i risultati non si vedono».
Secondo Uliano la priorità assoluta è far ripartire il lavoro: «occorre attivare subito tutte le possibili sinergie per far ripartire le attività non solo delle costruzioni in senso stretto ma anche delle 85 attività dell’indotto, puntando su impegni precisi e tempi certi per le gare d’appalto e per i pagamenti. Diversamente, occorrerà prendere atto che si vuole la fine del settore e ci si dovrà assumere la responsabilità di aver fatto fallire le imprese e di aver mandato a casa gli operai».

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