Cronache

Soldi e cibo per il canile di Santo Stefano: “Diffidate, non serve niente”. Comune in Procura

Sarà sottoposta all’attenzione della Procura della Repubblica di Campobasso l’anomala raccolta di denaro partita dopo l’emergenza neve per il canile comunale. "Una fonte attendibile - come sostengono dal Municipio - ha segnalato che delle donazioni sono finite sulle carte prepagate di alcuni volontari che sembrerebbero operare al di fuori delle associazioni". Si tratterebbe di una iniziativa autonoma "visto che noi non abbiamo mai chiesto soldi e neppure mangime, ne abbiamo in abbondanza".

Se qualcuno chiede soldi o cibo per il canile comunale di Santo Stefano meglio diffidare: potrebbe trattarsi di una truffa. Il Municipio, proprietario della struttura nella frazione a pochi chilometri dal capoluogo, è tornato a ribadire che non c’è alcuna emergenza in corso: “I viveri non scarseggiano e tutti gli interventi non concordati preventivamente con questa Amministrazione saranno respinti anche alla luce degli spiacevoli episodi che ci stanno segnalando”.
Il riferimento è a due eventi registrati in questi giorni: il primo documentato da fotografie spedite a Palazzo San Giorgio, il secondo dalla testimonianza di una “fonte attendibile” che con lo stesso Comune di Campobasso sarebbe pronta a salire le scale della Procura per segnalare un fatto alquanto anomalo legato a delle donazioni di denaro.

Partiamo dal principio: durante l’emergenza neve in rete diverse persone, animalisti e volontari di canili per lo più, hanno espresso forte indignazione per le condizioni in cui si trovavano costretti i cani, sia quelli di Santo Stefano “sepolti vivi sotto la bufera”, “congelati”, “abbandonati” che quelli di altre strutture non di proprietà del Comune. La confusione, i commenti azzardati e le scarse verifiche hanno gettato un pessima luce sull’Amministrazione che a Santo Stefano «compatibilmente con le necessità di una emergenza in corso», come spiegava l’assessora Alessandra Salvatore, non solo ci è andata ma ha portato anche una turbina per spazzare i muri di neve che il vento aveva accumulato sulla sperduta collinetta di campagna. Spalatori, mezzi e volontari armati di pale hanno liberato il canile in cui «non è stato riscontrato alcun decesso».
La polemica, però, non è rientrata. E mentre gli animalisti, quelli veri, spalavano la neve, da computer e telefoni di casa partivano centinaia di mail e chiamate di sdegno verso il Municipio che a un certo punto, stanco di queste accuse, ha rispedito al mittente ogni attacco, ha rassicurato la popolazione sugli interventi fatti e minacciato di far partire indagini per dare un nome a questi “speculatori”.

Nel frattempo la raccolta di scatolette e coperte è andata avanti «sebbene, da immagini che ci sono state inviate da alcuni cittadini, sembrerebbe che qualche carico, destinato al canile e arrivato in città in questi giorni, sia stato dirottato, da sedicenti volontari, altrove».
Diversi plaid destinati al canile e mangime sono stati ritrovati buttati in strada o semi aperti a piazza Venezia che era uno dei punti di raccolta organizzato dall’Apac in maniera autonoma, cioè senza coordinarsi col Comune che, ancora una volta è tornato a ripetere: “Non ne abbiamo bisogno i magazzini sono pieni non portate più nulla”. Inoltre, e anche questo va detto, sono i campobassani con le loro tasse a pagare per la cura dei 260 ospiti di Santo Stefano che se proprio di qualcosa possono aver necessità sono solo cucce nuove alle quali ha già provveduto la sezione provinciale dell’Enpa raccordandosi preventivamente con Palazzo San Giorgio.

Ma l’episodio più inquietante di questa vicenda che gioca anche sulla buona fede di tante persone che amano gli animali è quello legato alla richiesta di soldi per far fronte alle esigenze del canile. “Si tratta di denaro che, irricevibile e mai richiesto dal Comune – così dicono dal Municipio – stando alle dichiarazioni di fonti attendibili, è finito sulle carte prepagate di alcuni volontari che sembrerebbero operare oltretutto al di fuori delle associazioni. In attesa di effettuare le verifiche del caso il Comune di Campobasso, nello stigmatizzare simili riprovevoli comportamenti, ribadisce che gli appelli – che provengono da cittadini o associazioni e che hanno ad oggetto richieste di cibo o di denaro da destinare al canile di Santo Stefano – non vanno assecondati perché sono al di fuori di ogni controllo oltre che di ogni canale istituzionale”.
La “fonte attendibile” citata dal Comune è quella che avrebbe intercettato una persona, sulla quale potrebbero partire delle indagini, lamentarsi perché la sua carta prepagata era ormai “piena” a causa di numerose donazioni (possono avere un limite sia per versamenti che per prelievi) e non gli consentiva più di fare movimenti di denaro. Per questo cercava qualche altra persona disposta a mettere la sua scheda a disposizione della causa. Senza escludere che le donazioni siano servite per altri canili resta il fatto che dal Comune, anche oggi, dicono a gran voce di non aver mai chiesto soldi per Santo Stefano.

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