Area di crisi semplice

Investire in Molise, aiuti per progetti a partire da 1,5 milioni. Le domande a primavera

Con ogni probabilità tra marzo e aprile saranno aperti i «rubinetti» per accedere agli aiuti di Stato previsti dal decreto che ha riconosciuto l’area di crisi non complessa in Basso Molise e in altre zone della regione. Per le aziende già esistenti o per quelle che preferiranno questi territori rispetto ad altri per fare degli investimenti, il Ministero mette a disposizione importanti incentivi. Un dato: la domanda dovrà prevedere spese complessive da un minimo di un milione e cinquecentomila euro e questo presuppone degli interventi significativi per il rilancio nei settori manifatturiero e del turismo. Non aiuti «a pioggia», dunque, ma misure più incisive in grado di risollevare le aree coinvolte. In attesa di sapere quando si potranno presentare le domande è possibile sondare il territorio e iniziare a stendere i progetti da sottoporre a Invitalia: le richieste saranno a sportello, quindi chi prima arriva e presenterà un investimento valido riceverà gli aiuti in programma.

Area di crisi industriale non complessa o «semplice»: lo scorso novembre la Giunta regionale ha individuato, ai sensi del decreto del Ministro dello sviluppo economico del 4 ottobre 2016, l’elenco dei comuni molisani da ammettere alle agevolazioni previste dalla normativa. Sono in corso le procedure ma anche gli incontri per «sondare il territorio» e capire se ci sono delle aziende esistenti già interessate agli aiuti di Stato oppure se altre hanno intenzione di «atterrare» in Basso Molise o in altre aree della regione per beneficiare di questi incentivi che possono, in prospettiva, creare anche dei posti di lavoro.

La differenza tra un’area coperta da queste misure e riconosciuta come «area di crisi non complessa» o «semplice» sta proprio nella possibilità di accedere a questi aiuti. Ora si aspetta il terzo decreto che farà sapere quando saranno aperte le domande, con ogni probabilità a primavera.
«Quando i rubinetti si apriranno,‭ ‬a beneficiarne‭ ‬saranno coloro per primi arriveranno con una proposta convincente,‭ ‬con convincente‭ – ‬ha spiegato la deputata Pd, Laura Venittelli, che ha seguito tutte le procedure necessarie per il riconoscimento dell’area di crisi‭ ‬e sta girando i Comuni per gli incontri informativi -‭ ‬ intendiamo delle proposte che siano in grado di ampliare la platea dei lavoratori‭ ‬che‭ ‬potranno essere impiegati sul territorio».

Termoli, San Salvo (comuni molisani), Campobasso, Isernia e Agnone corrispondono ai cinque Sistemi locali del lavoro in cui è stato suddiviso, con decreto dal Ministero dello Sviluppo Economico, il territorio molisano non ricadente nell’area di crisi complessa già riconosciuta il 7 agosto 2015 e comunque gravato da un evidente indebolimento industriale e occupazionale. L’elenco approvato ricomprende i seguenti comuni per una popolazione complessiva di 85 mila abitanti: sistema locale del Lavoro di Termoli: Campomarino, Guglionesi, Larino, Petacciato, Portocannone, San Giacomo degli Schiavoni, San Martino in Pensilis, Termoli, Ururi; sistema locale del lavoro di San Salvo: Montemitro, Montenero di Bisaccia, Roccavivara, San Felice del Molise; sistema locale del lavoro di Campobasso: Duronia, Salcito; sistema locale del lavoro di Agnone: Belmonte del Sannio, Capracotta, Castelverrino, Pescopennataro, Poggio Sannita, Sant’Angelo del Pesco; sistema locale del lavoro di Isernia: Civitanova del Sannio, Conca Casale, Roccamandolfi.

L’incentivo è rivolto alle piccole, medie e grandi imprese costituite in varie modalità. Per quanto riguarda il Molise i settori interessati sono principalmente quello manifatturiero e il turismo. Dunque, aziende che operano in varie realtà, dalla produzione industriale a filiere che possono fare leva anche sull’agricoltura e sul food legato alle attività turistiche. Sono ammissibili alle agevolazioni, che verranno gestite da Invitalia, «i programmi di investimento produttivo, i programmi di investimento per la tutela ambientale, i progetti per l’innovazione dell’organizzazione». Per spiegare meglio Invitalia è l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, di proprietà del Ministero dell’Economia.

I programmi e i progetti devono riguardare aziende che si trovano o che vogliono insediarsi nei territori dei Comuni ricadenti nelle aree di crisi industriale non complessa con impatto significativo sullo sviluppo dei territori interessati e sull’occupazione. C’è un dato significativo, quello di prevedere spese ammissibili complessive non inferiori a un milione e cinquecentomila euro. Quindi si parte da questo importo rilevante per chi ha intenzione di investire.
In generale «la somma del finanziamento agevolato, del contributo in conto impianti, dell’eventuale contributo diretto alla spesa e della eventuale partecipazione al capitale non può essere superiore al 75 per cento degli investimenti ammissibili». In ogni caso, tutte le informazioni dettagliate saranno contenute nel decreto che, una volta pubblicato, avviserà dell’apertura delle domande.

Sono possibili delle misure legate anche a un contratto di filiera che possono comprendere delle realtà più piccole rispetto a chi dovrà sostenere un investimento minimo da un milione e cinquecento mila euro. Piccole aziende sparse sul territorio. Un importo, quello minimo di investimento, che può essere interpretato come un messaggio positivo: non si tratta di un aiuto «a pioggia» ma di una misura che punta a sostenere concretamente il rilancio di un territorio.
Intanto, è possibile già preparare e pensare ai progetti possibili. Proprio per questo si susseguono gli incontri in vari Comuni ricompresi nella perimetrazione. L’ultimo si è svolto a Larino (foto nel riquadro) dove sono intervenuti la parlamentare, Laura Venittelli, il sindaco, Vincenzo Notarangelo, la vicesindaca, Assunta D’Ermes e numerosi cittadini.

Per la D’Ermes si tratta‭ ‬«di un provvedimento sicuramente importante per le realtà locali,‭ ‬visto che potrebbe servire a rilanciare il nostro territorio dal punto di vista occupazionale,‭ ‬passando però attraverso l’innovazioni delle imprese e la sostenibilità ambientale del nostro territorio.‭ ‬Un territorio che‭ – ‬sottolinea‭ ‬-‭ ‬ora deve credere nelle sue potenzialità,‭ ‬e deve dimostrare di avere la capacità di attrarre investimenti mirati,‭ ‬che vadano a cogliere ciò che oggi il mercato chiede,‭ ‬e il mercato oggi chiede proprio questo: sostenibilità e innovazione». (FO)

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