La riflessione

Le scuole? Cascano a pezzi, altro che “sicure”. E l’istruzione è negata in tempo di neve

Il diritto allo studio violato da manutenzione inesistente e ordinanze di "sospensione delle attività didattiche" spesso troppo disinvolte. Le condizioni meteorologiche "avverse" mostrano le troppe falle degli istituti scolastici, dove gli impianti sono vecchi e danneggiati. La Flc Cgil insorge: «La rottura di tubature, il blocco degli impianti di riscaldamento a causa del gelo, dimostrano che permane una colpevole sottovalutazione del pessimo stato di molte strutture scolastiche, e che alla retorica delle “scuole belle”, e “scuole sicure” non corrisponde nemmeno la realtà di ”scuole normali”». «Serve una programmazione, non è tollerabile» spiega Maria Citro, docente di Lingue all’Industriale di Campobasso.

Scuole paralizzate dal maltempo, attività didattiche a singhiozzo, caos e lezioni perse. Oppure uscite anticipate a causa del gelo delle aule. Tutto normale? Tutto riconducibile all’ ondata di “freddo eccezionale”?

Secondo la Flc Cgil proprio per niente. In una nota scritta da Sergio Sorella e da Giuseppe La Fratta, rispettivamente segretario uscente e attuale segretario, si pone l’accento su una nota dolente che, in questo lungo periodo di perturbazioni e temperature in picchiata, è oggetto di dibattito anche nelle famiglie e nei collegi di docenti. «La rottura di tubature, il blocco degli impianti di riscaldamento a causa del gelo, perfino in città nelle quali la neve si è solamente intravista (si pensi a quanto accaduto a Termoli o Isernia), dimostrano che permane una colpevole sottovalutazione del pessimo stato di molte delle strutture scolastiche e che alla retorica delle “scuole belle”, “scuole accoglienti”, “scuole sicure” non corrisponde nemmeno la realtà di “scuole normali”, degne di un Paese civile».

Dovrebbero essere il posto più sicuro di tutti, quello nel quale viene garantita l’istruzione e tutelato il benessere dei ragazzi. Ma, come rivela ogni volta un evento meteorologico straordinario (ammesso che la neve a gennaio sia un fatto straordinario), sono a conti fatti un luogo malmesso, dove quasi o nulla funziona, dove la manutenzione è inesistente oppure, nei casi migliori, insufficiente. Il sindacato è duro verso la gestione delle scuole in un periodo come questo, che si trascina dalla fine delle vacanze natalizie.

«Gli eventi atmosferici di questi giorni, tutti assolutamente prevedibili e preceduti da dettagliate informative di allerta meteo della Protezione Civile Nazionale e Regionale, hanno prodotto nella nostra regione, come nelle scuole di molte regioni d’Italia enormi disagi, spesso indipendenti dalla gravità delle condizioni meteo ma attribuibili esclusivamente allo stato di degrado in cui versano gli edifici scolastici».

Maria Citro, docente di Lingue all’Industriale di Campobasso, conferma: «Se l’istituto nel quale insegno ora, da un anno circa, ha condizioni accettabili considerata l’età, in molte altre scuole il problema di impianti vecchi e malfunzionanti esiste eccome. E i problemi emergono nei momenti più critici, forse perché non si sanno prevedere in maniera adeguata».

La Flc Cgil accende i riflettori sul controllo della funzionalità degli impianti degli edifici scolastici, chiusi per 18 giorni durante le vacanze natalizie. «Bisognava effettuarlo per tempo, prima della ripresa delle lezioni, è infatti un’operazione a cui tutti gli enti competenti avrebbero dovuto provvedere, senza bisogno di particolari doti di preveggenza, ma evidentemente non è stato così se solo la mattina del 9 gennaio si è scoperto che molti edifici scolastici erano senza riscaldamento o senz’acqua per le tubature bloccate o danneggiate dal gelo».

Non solo assenza di interventi di manutenzione, ma anche eccessiva disinvoltura da parte di troppi amministratori comunali e provinciali nella «pratica cosiddetta dello “scarica barile”, a seguito della quale si decreta, con ordinanze di dubbia legittimità, la “sospensione delle attività didattiche” invece della chiusura delle scuole di cui non si riesce ad assicurare l’agibilità o infine si chiede ai dirigenti scolastici, senza mezzi, di provvedere a sgomberare da neve e ghiaccio vie di fuga, scale di emergenza e cortili interni, utilizzando a tal fine il personale Ata. Questa situazione, che si ripete puntuale ad ogni nevicata, non è più tollerabile, per le pesanti ricadute sulla sicurezza, sull’organizzazione del lavoro, sulla qualità stessa del servizio scolastico e per i riflessi pesanti sulle responsabilità dei dirigenti scolastici».

Certo, riflette la prof Maria Citro, «ci sono situazioni in cui le ordinanze di chiusura delle scuole si rendono necessarie per problemi legati alla sicurezza. Tuttavia sarebbe il caso di limitare questi provvedimenti al massimo e solo ai casi di reali necessità, evitando di compromettere troppo i diritto all’istruzione. Considerando poi che questo è un periodo particolare, elicato. C’è la chiusura del primo quadrimestre e tutta una serie di attività già programmate che poi non verranno recuperate, visto che le sospensioni per emergenze neve non vanno a incidere sul tetto dei 200 giorni scolastici».
Insomma, i ragazzi perdono troppe lezioni che non potranno recuperare.

«Proporremo alle altre organizzazioni sindacali della scuola di chiedere un incontro urgente al Ministro dell’Istruzione – conclude la Flc Gcil – affinché assuma l’impegno di rappresentare al Governo la necessità di dare immediatamente un segnale tangibile di attenzione alla qualità delle scuole, che per noi significa prima di tutto, e al di là di ogni retorico proclama, consentire che le scuole siano luoghi sicuri e decorosi nei quali alunni e personale possano trascorrere senza disagi o addirittura pericoli il loro tempo di studio e di lavoro».

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