Il sindaco: la giustizia farà il suo corso

Timbravano e stavano in giro per ore: 7 dipendenti comunali nei guai per truffa. Ci sono i filmati

Sette impiegati del Comune di Termoli finiti sotto indagine per truffa, utilizzo fraudolento del badge e utilizzo delle macchine dell’Ente fuori dall’orario di servizio. La Polizia Municipale ha accertato numerosi comportamenti illeciti che vanno dalla truffa al peculato, fino alla falsa attestazione e alla combustione illecita di rifiuti. La pm Ilaria Toncini ha chiesto il rinvio a giudizio: a marzo gli indagati dovranno presentarsi davanti al Giudice per l’udienza preliminare. Ci sarebbero filmati che mostrano i dipendenti "infedeli" andare a fare la spesa o shopping, mentre per le indagini gli uomini del Comandante Albanese si sono avvalsi anche degli apparecchi Gps.

Timbravano il cartellino e poco dopo uscivano per andare a fare la spesa, per accompagnare i figli a scuola, per fare servizi di tutt’altra natura rispetto a quella per la quale percepiscono uno stipendio: restare sul posto di lavoro, dietro la scrivania del Comune di Termoli, e risolvere – o almeno provarci – i problemi della struttura.
La ricostruzione che li vede nei guai è impietosa: si sarebbero messi d’accordo per coprirsi a vicenda, passando il badge gli uni al posto degli altri in modo da occultare le numerose assenze ingiustificate dal posto di lavoro. E non solo. Avrebbero usato auto comunali anche fuori dall’orario di servizio e senza averne diritto. Sono le accuse che la Procura di Larino muove a sette dipendenti del Comune di Termoli per i quali la Pm Ilaria Toncini ha chiesto il rinvio a giudizio. Le accuse vanno dalla truffa aggravata al peculato e alla falsa attestazione, tutti reati che sarebbero stati commessi in concorso.
A questi si aggiunge la combustione illecita di rifiuti perchè, almeno in un caso, sarebbe stato accertato anche questo reato.

L’indagine è scattata nel maggio 2015 e terminata nove mesi più tardi con una dettagliata informativa approdata sulla scrivania dei magistrati di Larino. A portare avanti l’attività investigativa è stata la Polizia Municipale di Termoli agli ordini del comandante Massimo Albanese.

Sarebbero state proprio alcune segnalazioni di “assenteismo”, cattiva prassi che oggi fortunatamente è meno tollerata che in passato, a dare impulso alle indagini. Segnalazioni partite poprio dal Municipio, da colleghi esasperati per dover fare il lavoro da soli e impotentei davanti alle “allegre uscite” dei compagni e delel compagne di scrivania.

Quelle segnalazioni di lunghe assenze sospette negli uffici dove i sette dipendenti nei guai sarebbero dovuti restare invece di andarsene a spasso, hanno dato modo ai vigili urbani di approfondire la vicenda. E di scoprire che i sospetti erano più che fondati Controlli sugli orari dei tesserin, pedinamenti, microcamere in ufficio e apparecchi di localizzazione Gps montati sulel auto di servizio dell’ente hanno messo insieme, nel corso di settimane di intensa attività, il puzzle degli assenteisti, tra loro complici.
Dal maggio 2015 al febbraio scorso mesi di approfondimenti che nelle scorse ore hanno prodotto un primo risultato: la richiesta di rinvio a giudizio operata dal pubblico ministero di Larino, che ha dato risontro al materiale raccolto dalla Polizia Municipale e chiesto il processo er i sette.
I dipendenti sono al loro posto di lavoro e non è stata stabilita alcuna misura interdittiva a loro carico, nè sospensioni nè altro. Il sindaco Angelo Sbrocca, raggiunto telefonicamente a Milano dove si sta svolgendo Golosaria e dove Termoli è rappresentata con ristoranti e prodotti tipici, commenta con serenità la notizia: «Credo che la giustizia farà il suo corso e che sia bene aspettare una sentenza prima di dare giudizi».
Toccherà alle difese degli indagati spiegare, qualora l’udienza preliminare fissata dal Gip al 16 marzo 2017 si traduca con un rinvio a giudizio, quelle assenze dal posto di lavoro e soprattutto come mai risultino casi in cui i dipendenti timbravano il cartellino e poi sparivano anche per ore. E ancora, come mai qualcuno timbrava al posto di qualche altro collega e viceversa, come in uno scambio di favori. Dovranno rispondere dell’utilizzo delle vetture dell’Ente fuori dagli orari prestabiliti e di aver bruciato in maniera illecita dei rifiuti.

La Municipale riferisce di aver utilizzato «strumenti e tecniche di indagine avanzati, con servizi di osservazione, controllo e pedinamento, anche tramite microcamere e apparecchi di localizzazione Gps». I sette indagati erano quindi pedinati e controllati anche in maniera digitale per seguire i loro spostamenti mentre invece i cartellini attestavano la loro presenza sul posto di lavoro. «Non è roba da pausa caffè» dicono dalla Municipale, lasciando intendere che le assenze di 10 minuti per una pausa al bar sono tollerate dall’Ente e non rientrano nella casistica finita nel mirino della magistratura. I dipendenti, tutti con mansioni sedentarie e al di fuori dei ruoli dirigenziali, si sarebbero assentati per lassi di tempo lunghi, come dimostrerebbero i filmati che li ritraggono mentre escono senza “stimbrare” il badge e poi rientrano dopo parecchio tempo.

L’udienza preliminare nel quale il Gup sarà chiamato a decidere su un eventuale processo è stata già fissata. Si terrà il 16 marzo prossimo al Tribunale di Larino.

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