Incredibile avvistamento

Un capriolo a livello del mare: l’incontro fortunato del naturalista Peppo Amodeo

L’animale, il cui habitat sono i boschi di faggi o conifere, è stato "sorpreso" dalla macchina fotografica di un appassionato ornitologo che vive a Petacciato all’alba di ieri, giovedì. "L’ho visto a circa 50 metri di distanza su un terreno di Petacciato marina". Un avvistamento incredibile: "E’ la prima volta che mi accade". Il dottor Nicola Norante, ornitologo e presidente Gmso Onlus, spiega: "I caprioli sono più rari dei cervi, ma evidentemente il terreno è idoneo e caratterizzato da una preziosa biodiversità".

Un capriolo, proprio. Un animale quasi fiabesco, che vive nel bosco e che in Basso Molise, comunque, non s’era mai visto. Di sicuro non da queste parti, di sicuro non a livello del mare. Invece.

La foto – splendida – è stata scattata alle sei meno venti di giovedì 11 giugno di Peppo Amodeo, appassionato naturalista originario di Cremona che ha scelto di vivere a Petacciato. «Mi è capitato di vedere lepri, volpi e gatti selvatici durante le mie escursioni da appassionato ornitologo – racconta lui, senza tradire l’emozione – ma vedere un capriolo, per giunta alla marina… E’ stata la prima volta». Cannocchiale a tracolla per ammirare e catalogare gli uccelli e macchina fotografica a portata di mano.
Ed ecco uno scatto memorabile, finito nella collezione del dottor Nicola Norante, ornitologo e presidente Gmso Onlus, che in in passato recente ha personalmente fotografato cervi, lupi e lontre tra i paesaggi più incontaminati del Molise e il parco nazionale. (nella galleria fotografica, a cura proprio di Norante, gli avvistamenti più interessanti degli ungulati).

Ovvio che imbattersi in cervi, lontre, volpi (che oramai sono frequentissime anche nelle nostre campagne), gatti selvatici, orsi e camosci nella riserva naturale tra il Molise e L’Abruzzo è, per quanto affascinante, meno sorprendente di un capriolo maschio che osserva incuriosito la strada sul ciglio di un campo coltivato.

«Ho subito intuito, pur da lontano, che non era un animale che conoscevo – racconta Peppo Amodeo, che preferisce non rivelare il luogo esatto per non dare “strani” suggerimenti ai cacciatori – quindi mi sono nascosto un pochino e quando ero abbastanza vicino da poter scattare una immagine decente, beh… ho scattato».
Eccolo qua, il capriolo. Bellissimo e in perfetta salute. E, come spiega il dottor Norante, a suo agio perfino in un terreno a livello del mare perchè «evidentemente c’è una biodiversità importante, che permette la loro sopravvivenza senza rischi».

A modo suo è una scoperta, e come tale va condivisa. «Le popolazioni di Ungulati oggetto di passate reintroduzioni nel “Parco Nazionale d’Abruzzo-Lazio-Molise” stanno offrendo al territorio il loro aspettato e importante contributo: non è difficile infatti fare incontri fortunati durante le escursioni nei boschi e lungo i prati montani.

Un maestoso cervo, spesso accompagnato dalla compagna gravida o dai suoi cerbiatti oppure un elegante capriolo, ci osservano dal margine del bosco per poi appartarsi di nuovo tornando alla loro vita riservata.
Quello che ci sorprende è che questo fenomeno va pian piano intensificandosi tanto che è possibile perfino incontrare un capriolo quasi al livello del mare».
Proprio quello che è accaduto a Peppo Amodeo, appunto.

A dimostrazione di un patrimonio che, unito alle bellezze paesaggistiche, storico-artistiche e culinarie del territorio, diventa una risorsa preziosa per l’ambiente e il turismo. Anzi, impone di essere valorizzata come succede in altre parti del mondo. Non c’è bisogno di arrivare troppo lontano: in Austria e Inghilterra, tanto per citare due casi, i terreni con la presenza di ungulati, specie cervi, camosci e caprioli, valgono di più. Anche dal punto di vista economico.

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