La banalità del male, tra passato e presente

Dagli ebrei internati, ai profughi di oggi. 60 studenti nel “corto” sugli olocausti silenziosi

Per l’anniversario della Shoah il Liceo Scientifico Alfano ha deciso quest’anno di cambiare linguaggio: il progetto nato nella tradizione del Teatro della Memoria, consiste in una mostra fotografica con il reportage del viaggio che un gruppo di alunni ha svolto lo scorso ottobre, e in un cortometraggio, "Metamorphosis". Dopo l’esperimento sul tema del femminicidio, l’iniziativa è incentrata sul parallelismo tra il genocidio degli ebrei e l’intolleranza verso i profughi di oggi, clandestini o rifugiati per questioni politiche o religiose. Il corto, presentato in conferenza stampa la mattina di venerdì 23 gennaio, debutterà martedì prossimo nel cinema Sant’Antonio.

Dal genocidio degli ebrei, all’intolleranza e violenza dei giorni nostri, alla xenofobia, che confina gli emigrati, i clandestini, i rifugiati politici o per religione.
Gli studenti del Liceo Scientifico si sono interrogati su quella sottile “banalità del male” che unisce il passato e il presente. E’ questo il motivo conduttore del doppio lavoro realizzato nell’ambito del progetto “Olocausti silenziosi” del Teatro della Memoria, una mostra fotografica, con il reportage del viaggio che un gruppo di alunni hanno svolto ad Auschwitz, lo scorso ottobre, curato da Costanzo D’Angelo, e un cortometraggio, dal titolo “Metamorphosis”, che ha visto impegnati 60 studenti di tutte le classi dell’Alfano, coordinati dai registi, cinematografico e teatrale, Simone D’Angelo e Alessandra Benaduce, e dalle docenti Petronilla Di Giacobbe, referente del teatro civile, Anna Paola Greco e Viria Baldassarre.

Il fotoprogetto, dal titolo “Ogni viaggio una storia”, ha dato vita a una rassegna che si terrà dal 27 al 31 gennaio nel Castello svevo, mentre il corto sarà proiettato negli stessi giorni nel cinema Sant’Antonio. «Quest’anno abbiamo riflettuto sul parallelismo tra Aushwitz e i profughi di oggi, del Mediterraneo diventato un cimitero – ha spiegato la professoressa Di Giacobbe, nella conferenza stampa che si è svolta la mattina di venerdì 23 gennaio – inizialmente sembrava una forzatura, ma l’attualità ci ha dato ragione. Abbiamo deciso di cambiare linguaggio, passando dal teatro al cinema, per molti è ragazzi delusi è stato un ripiego, ma hanno capito che anche questo è un momento educativo di grande spessore. Con gli spettacoli teatrali, fino all’ultimo non sapevamo dove andare visto che non c’è una struttura in città, quindi abbiamo optato per il cortometraggio».

Il progetto è sponsorizzato dalla Caritas che ha partecipato attivamente con il coinvolgimento di otto giovani del progetto di accoglienza dei rifugiati politici Sprar, due dei quali allievi dell’Alfano, dall’Avis e dal Comune che ha finanziato la masterclass che si è svolta lo scorso settembre con Walter Revello, regista e direttore del teatro Araldo di Torino e la mostra nel Castello. La preside Concetta Niro ha messo in rilievo l’entusiasmo degli alunni e la riuscita del lavoro: «I ragazzi sono stati bravissimi, questa attività extracurriculare li ha visti impegnati anche durante la pausa natalizia, un progetto del genere fa onore alla scuola e la fa amare ancora di più dagli studenti che possono esprimere il loro talento e le loro attitudini».

La professoressa Di Giacobbe ha sottolineato che «per la prima volta si è instaurato un rapporto sereno, di certezze e di promesse con il Comune». Il referente dell’amministrazione, Michele Macchiagodena, delegato alla Cultura, si è inserito nel discorso, aggiungendo che «queste iniziative aiutano a capire cosa è la vita, la testimonianza dei ragazzi è una presa di coscienza da parte loro».
Il cortometraggio, della durata di 52 minuti, come ha spiegato il regista cinematografico Simone D’Angelo, è stato girato a Termoli, con le scenografie curate da Alessandra Benaduce, e comprende anche delle parti recitate direttamente ad Auschwitz, nel viaggio che ha colpito profondamente gli alunni, spettatori e attori dell’atrocità del campo di concentramento.

«Abbiamo prodotto una grande quantità di contenuti. E’ stata una grande sfida, mettere insieme cinema e teatro, e i due olocausti. Un’esperienza bellissima, gli alunni hanno potuto partecipare direttamente al set cinematografico, e capire i ruoli. Abbiamo individuato anche dei veri e propri talenti». Il responsabile del progetto Sprar della Caritas Luca Scatena ha parlato dell’esperienza di integrazione, offerta ai giovani rifugiati: «Inizialmente non è stato semplice, avviare la collaborazione, ma ci vuole molta tenacia, e alla fine è venuto fuori un lavoro eccellente». Il presidente dell’Avis Mario Ianieri ha elogiato gli studenti anche per il loro impegno nelle donazioni di sangue e li ha invitati a presentare il loro lavoro in occasione della seconda visita al presidente della Repubblica di Malta.

«Il viaggio ad Aushwitz mi ha cambiato la vita, questo lavoro mi ha ricambiato la vita. Ho appreso tantissimo – ha commentato la scenografa Alessandra Benaduce – grazie a una ex studentessa dell’Alfano, Giulia De Felice, che lavora presso il teatro Araldo di Torino e in contatto con lo storico teatro Śląski di Katowice abbiamo avuto un permesso speciale, per la visita al museo di Auschwitz e le riprese. Non so come i ragazzi abbiano fatto a sciogliere il groppo in gola, recitando vicino al blocco 11».
E quell’emozione è ancora viva anche nelle parole degli alunni. Alessandro Petrecca, Serena Di Vito, autori di un brano musicale che fa da colonna sonora al corto, inciso in una sala di registrazione, hanno espresso tutto il loro entusiasmo: «E’ stato molto stimolante, interagire anche con coetanei che hanno una cultura diversa dalla nostra». Dello stesso parere Simone Corbo, giovane attore impegnato dal primo anno nel Teatro della Memoria, così come anche altre due studentesse.

«Mi piacerebbe vedere il mondo dall’alto perché non ha confini, i confini li ha disegnati l’uomo». Alessandra Benaduce ha richiamato una delle frasi della canzone realizzata dai due studenti, «da tenere a mente», quando arriverà il momento di assistere alla proiezione del corto. La prima è in programma il 27 gennaio, alle ore 21, uno dei due spettacoli aperti alla cittadinanza. (CM)

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