Termoli ieri e oggi

La "Madonnina" compie 50 anni

Oggi, 8 dicembre, la statua di Largo Regina Elena celebra mezzo secolo di vita. La sua nascita, la tradizione e il culto dei termolesi

Sovrasta la città, con sguardo dolce e rassicurante, come se abbracciasse idealmente tutto il tessuto urbano. ‘Vive’ immersa nel traffico, in largo Regina Elena, uno degli snodi più caotici e centrali del nucleo cittadino. Una cosa è certa: si passa e si ripassa cento volte intorno a lei, con l’auto, a piedi. Spesso distrattamente. Spesso, con un fare poco ‘ortodosso’ si parcheggia la vettura frettolosamente in divieto, ad un palmo dall’aiuola sottostante. Forse perché la Madonna perdona tutto, anche la sosta selvaggia…
Ma quella statua racchiude una sua storia. Una storia che proprio oggi (8 dicembre), giorno dell’Immacolata Concezione, compie 50 anni.
A raccogliere notizie sul conto del simulacro della ‘Madonnina’, in occasione della ricorrenza, è stato don Marcello Paradiso, parroco della cattedrale, che, grazie ad una testimonianza, ha scoperto chi ha eretto quel monumento. Era il 1954, quando don Michele Vincelli, parroco della chiesa di S. Antonio, ha pensato di organizzare una colletta tra la popolazione, proprio con l’intento di rendere omaggio alla Vergine attraverso la scultura in marmo. Ottenne prima di tutto il permesso del sindaco Di Bitonto, che consentì di sostituire la fontana che si trovava in largo Regina Elena con la statua religiosa. Allora quello era l’ingresso della città. Proprio lì, accanto alla Vergine, venne esposto per un periodo San Basso, dopo la processione in mare in occasione della festività agostana, per la veglia notturna e la classica visita dei fedeli. Quella – per intenderci – che da un bel po’ di tempo a questa parte si svolge nel mercato ittico.
 
Il simulacro della Madonna, grazie ai lavori eseguiti dall’impresa di Rocco Crema, è stato collocato nel punto in cui sgorgava l’acqua di una fontana dell’acquedotto pugliese, dalla quale si rifornivano tutte le famiglie della zona. Allora le case circostanti erano a pian terreno. Le donne e i bambini trascorrevano molto tempo davanti all’ingresso delle abitazioni, all’aperto. Era come se la Madonna ascoltasse le loro conversazioni, vivesse con loro, conoscesse i loro segreti. Alle preoccupazioni seguivano sempre uno sguardo e una preghiera alla Madonna, chiedendo “Pensaci tu”.
Un periodo in cui il culto mariano era particolarmente sentito: le statue della Vergine passavano di casa in casa per raccogliere le famiglie in preghiera. Ancora oggi la scultura dispensa il benvenuto a tutti gli ‘avventori’ della città. Tanto che i termolesi hanno ribattezzato quel punto critico con il nome di “Madonnina”.
 
Un culto che si rinnova sempre, in occasione dell’Immacolata Concezione. E quest’anno la festa sarà ancora più speciale. Per due motivi: non solo per i 50 anni della statua, ma anche per il 150esimo anniversario del dogma. Di solito il vescovo e il corteo dei devoti – si arriva anche a cento persone – giungono in largo Regina Elena per porgere omaggio alla Madonna. I Vigili del Fuoco con la scala raggiungono la sommità della statua per deporre i fiori, nel coro di Ave Maria. A conclusione di tutte le messe mattutine i parroci invitano i presenti a partecipare al rito. Quest’anno il gruppo di fedeli partirà alle 12.30 dalla Chiesa di S. Timoteo, con una breve processione. Anche per altre ricorrenze religiose la sosta del corteo è d’obbligo nei pressi della statua. Sotto quel monumento ogni giorno si incontrano e si intrecciano anche solo per un attimo migliaia di vite. C’è chi passa senza nemmeno accorgersi della presenza della statua, c’è chi invece ha sempre un ‘occhio di riguardo’, chi, con il naso all’insù la contempla, e non dimentica mai il segno della croce. Nel basamento è incisa una scritta che recita così: “A te o Maria, con slancio di fede Termoli eleva e consacra questo ricordo marmoreo perché conti nei secoli la tua protezione di madre e l’affetto imperituro dei figli”.
 
La devozione vive tra le persone più anziane, come è ovvio, ma anche i giovani non sono poi così irriverenti. Per esempio tra i commercianti della zona la presenza della Madonna ha un significato, come se vegliasse sulle loro attività: “Quando posso depongo sempre dei fiori per renderle omaggio”, ha detto una giovane esercente.
“A volte compro dei ceri e li metto ai piedi della statua”, confida una anziana devota residente nel centro.
Non sempre serve il pregio artistico per rendere una presenza così significativa. Un frammento di vita, di culto e di devozione che è parte integrante della città.

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