Sono soddisfatti ma non cantano vittoria. Sanno bene di aver vinto una battaglia, non certo la guerra. Ma sindaci e avvocati lunedì mattina 8 luglio hanno portato a casa il risultato della sospensiva del Tar che di fatto ha riaperto il Punto Nascite di Termoli, in attesa della sentenza dei giudici amministrativi del 24 luglio. E in attesa soprattutto di capire cosa vorranno fare il Ministero, il suo ‘braccio armato’ in Molise – vale a dire il commissario Giustini – e l’Asrem.
Perché senza rinforzi né Ostetricia né Pediatria potranno andare avanti e questo è chiaro a tutti. Giovedì 11 luglio vertice al Ministero col Comitato nazionale percorso nascite, alla presenza proprio dei sindaci. Potrebbe essere un viatico importante per il futuro dell’ospedale San Timoteo.
Ma intanto c’è spazio per una chiara soddisfazione nella conferenza stampa di lunedì pomeriggio. Roberti ha rivelato quella che era notizia di quei minuti, per altro anticipata da primonumero.it. “Hanno dato ai primari facente funzione il mandato a riaprire la possibilità dei ricoveri, so che ci sono alcuni parti che stanno per vedere la luce col codice L113 (quello di Termoli, ndr). Sono commosso, siamo stati sempre uniti per tutelare i più deboli. Questo territorio merita di più perché ha dato di più”.
Ma da parte sua anche l’appello a chi può decidere che ne sarà dell’ospedale. “Prima di decidere coordinatevi con noi. Con tutto il rispetto dei tecnici, noi siamo a vostra disposizione. Dobbiamo arrivare a vincere questa battaglia per il rilancio dell’ospedale di Termoli e non ci si può basare solo su freddi numeri. Basiamoci sulla convinzione che le cose si possono fare usando il buon senso”.
Il legale Massimo Romano, uno dei membri del pool di avvocati che ha curato il ricorso, ha plaudito alla “determinazione del territorio, senza il quale non avremmo fatto molta strada. L’importanza della sospensiva è che ripristina un diritto costituzionale”. Ma ora c’è da fare un passo in più. “Commissario e Asrem devono pensare alla riorganizzazione. Spetta alle Amministrazioni garantire l’erogazione del servizio sanitario in sicurezza”.
Romano ha fatto rilevare anche “un errore di fatto nel provvedimento che chiudeva il Punto Nascite, perché faceva riferimento a quanto scritto nel tavolo tecnico. Ma dal verbale del Tavolo tecnico non c’è una indicazione a chiudere, ma a decidere in base alla programmazione 2019-2021”.
Il legale Vincenzo Fiorini ha aggiunto: “Non si è raggiunto il punto di arrivo, ma abbiamo evitato il peggio. Era inaccettabile che dopo la chiusura del Punto Nascite di Larino succedesse la stessa cosa a Termoli”.
Gli avvocati hanno poi rimarcato che “lo stesso giorno in cui veniva decretata la chiusura, è stato approvato il decreto Calabria che ha sbloccato il turn over anche per il Molise, quindi ci sono presupposti per sanare alcune situazioni”.
Roberti ha tracciato un’ipotesi di come fare per dare ossigeno ai reparti in carenza d’organico. “Se c’è emergenza i medici vanno spostati per i giorni X, visto che i parti si possono programmare. Se iniziano a fare accordi con altri ospedali come era con l’Università di Siena, come accadeva in passato, in 5-6 mesi si rilancia quel reparto. I concorsi vanno fatti subito, anche ad agosto, perché oggi nessuno può garantire la propria posizione. Tutto è mettere nelle condizioni i medici, far sì che chi decide di venire a Termoli abbia delle prospettive. Se programmiamo bene, faranno a gara per venire in questo paradiso”.
“Ci aspettiamo anche dai medici massima collaborazione, abbiamo innescato un meccanismo virtuoso. Non è una battaglia politica, ma del territorio. Ci aspettiamo che ognuno faccia il proprio ruolo e che l’azienda si imponga finalmente. Sono convinto che non sarà l’unica battaglia che faremo, non abbiamo bisogno del padre nobile per farle” ha aggiunto Costanzo Della Porta, sindaco di San Giacomo, presente insieme con diversi colleghi.
Ora appuntamento per le 13,30 di giovedì, orario in cui è fissato nella Capitale l’incontro col Comitato nazionale percorso nascite (organo deputato a fissare i paletti per tenere aperto un Punto Nascite) nella sede del Ministero della Salute a Roma cui parteciperà la delegazione dei sindaci. “Abbiamo anche mandato una lettera al presidente Mattarella” ha fatto sapere il sindaco. La battaglia prosegue.
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