L'Ospite

L'ospite

La Festa dei Lavoratori

Quando fu istituita, alla fine dell’ ‘800, questa giornata serviva a ridare forza e coraggio alla lotta contro lo sfruttamento dei lavoratori che si svolgeva in una società urbana in via di industrializzazione, che sviluppava turni massacranti per gli occupati, e nelle zone rurali, dove operavano i grandi latifondisti, che generavano un’occupazione disagiata, senza diritti e non priva in alcuni casi di vessazioni, e i piccoli proprietari che a stento riuscivano a sopravvivere in poderi poco fruttuosi da cui si ricevevano raccolti il più delle volte insufficienti per le famiglie che ci dovevano vivere. Sia per l’uno che per l’altro caso, il minimo comune denominatore era: tanto lavoro faticoso e sottopagato.

A oltre cento anni di distanza dalle prime Feste dei Lavoratori, svolte prima in americani e qualche anno dopo anche in Italia, a quelle problematiche riscontrate allora, se ne sono aggiunta altre non meno gravi come la disoccupazione, il lavoro dequalificato rispetto alla professionalità posseduta, la mancanza di prospettive di crescita della propria condizione umana e sociale. In questo preoccupante contesto si compisce come le motivazioni per un impegno comune e complessivo dell’intera società, per un lavoro che rappresenti certamente una crescita socio-economica, ma anche la restituzione di dignità, oltre che l’affermazione e il riconoscimento delle proprie capacità per ogni donna e uomo, sono non solo ancora vive e forti, ma devono essere la stella polare della politica e delle istituzioni. Alla parola lavoro oggi si associano ansia, delusione, preoccupazione, umiliazione, sfruttamento, razzismo, disperazione e in alcuni casi violenza.

L’impegno di tutti deve essere quello di creare le condizioni reali affinché a questa parola si tornino ad associare termini quali speranza, appagamento, soddisfazione, dignità, accoglienza, affermazione, impegno e comparteciapazione alla crescita collettiva. Il Consiglio regionale è schierato, in ogni sua componente di maggioranza e di minoranze, su questa linea. La Festa del lavoro e dei lavoratori deve servire a rinserrare le fila e a capire che se vogliamo un progresso giusto, duraturo e qualificato della nostra civiltà, dobbiamo strutturare un sistema dell’occupazione inclusivo, equo, qualificato e soprattutto capace di rimettere l’uomo e la sua dignità al centro dell’azione politica e culturale di ogni componente istituzionale, economica e sociale del Paese, e della nostra regione in particolare”.

Salvatore Micone – Presidente del Consiglio regionale

***

“Alla vigilia della Festa dei Lavoratori, sono intervenuto alla Camera dei Deputati per raccontare una storia di lavoro perso, bistrattato, offeso. È la storia degli ex lavoratori della Guala Closures Group srl, multinazionale molisana con sede a Termoli, che realizza tappi di bottiglia. Una storia che racchiude tutte le storture del sistema che finora ha strozzato il lavoro in Italia: Jobs Act e licenziamenti in esubero, delocalizzazioni, centri per l’impiego che non funzionano e agenzie interinali allo sbando.

Nel 2012 l’azienda comunica ai lavoratori riduzione del personale e trasferimento del reparto all’estero. Per i lavoratori sono pronte cassa integrazione straordinaria e mobilità. Sindacati, Regione e azienda si accordano. Agli estromessi è offerto il trasferimento al Nord con lo stesso stipendio, ma solo qualcuno accetta lo stravolgimento di una vita. 

I lavoratori non si arrendono e impugnano cigs e mobilità. Parte il processo e il primo grado di giudizio dichiara illegittima la procedura di scelta dei lavoratori da tagliare. Per i dipendenti, però, nessun reintegro a lavoro, solo uno stipendio base. 

Nell’aprile 2015 la scena si ripete: l’azienda annuncia nuovi tagli che colpiscono gli stessi lavoratori già estromessi.

Non solo. Da ottobre 2016, nonostante i lavoratori in mobilità, l’azienda ha assunto personale interinale con lavoro su somministrazione, uno dei mille difetti del Job’s Act. In pratica 15 persone esterne all’azienda ora lavorano alla Guala svolgendo le stesse mansioni di chi è stato licenziato. Inoltre da agosto 2018, oltre agli interinali, per usufruire degli sgravi fiscali regionali l’azienda ha assunto quattro under 30 a tempo indeterminato.

In pratica un’azienda licenzia due volte parte dei suoi dipendenti e intanto assume personale interinale ed esterno. Una storia simbolo di un passato che stiamo superando.

Secondo i numeri diffusi dall’Osservatorio dell’Inps sul precariato i risultati del lavoro di questo Governo sono già visibili: aumentano i contratti a tempo indeterminato, raddoppiano le trasformazioni, cominciano a diminuire le assunzioni a termine, insomma salgono i nuovi rapporti di lavoro stabili. Basta? No, siamo solo all’inizio. Ma abbiamo la certezza che con il Decreto Dignità storie come quelle della Guala non saranno più possibili”.

 

On. Antonio Federico – Movimento Cinque Stelle

 

***

«Il primo maggio è come parola magica che corre di bocca in bocca, che rallegra gli animi di tutti i lavoratori del mondo, è parola d’ordine che si scambia fra quanti si interessano al proprio miglioramento» – così la rivista La Rivendicazione cominciava l’articolo “Per Primo Maggio” pubblicato il 26 Aprile 1890. Ufficializzata dai delegati socialisti della Seconda Internazionale riuniti a Parigi nel 1889 e ratificata in Italia due anni dopo, la data del 1 primo maggio è divenuta simbolo delle battaglie operaie volte alla conquista di diritti e trattamenti dignitosi. Una ricorrenza fondamentale per il nostro Paese, che vede nella sua Costituzione il principio lavorista quale diritto fondamentale, posto accanto al principio democratico, a quello personalista e a quello solidarista. Principi che rimarcano non solo l’importanza della dignità della persona ma che contribuiscono a favorire alla sua concreta crescita personale e comunitaria, di inclusione e di coesione sociale. Gli stessi principi incarnati dal Partito Democratico, unitamente ai principi di Europa sociale, della democrazia e del riformismo come linfa vitale per garantire un futuro dignitoso alle future generazioni. Affrontare il tema “lavoro”, oggi, senza declinarlo dal punto di vista della sua continua trasformazione risulta difficile, ma una disamina, seppur sommaria, si può e si deve tentare. Nel giorno in cui si celebra la Festa internazionale delle lavoratrici e dei lavoratori, la Federazione PD del Basso Molise, senza voler sminuire l’importanza che anche i sussidi di sostegno al reddito a favore delle fasce più deboli possono avere per contrastare le disparità sociali, preme affinché si torni a parlare di lavoro, di occupazione, di diritti e di sicurezza; perché a chiunque in questo paese deve essere garantito il diritto alla Dignità anche grazie al lavoro.

La Federazione PD Basso Molise, coglie, infine, l’occasione per segnalare l’evento organizzato dall’amministrazione di Termoli “Free fun 4 everyone”, che animerà le vie del centro ed il Borgo Antico con musica live non stop, giochi per bambini, un mercatino del vinile e uno enogastronomico e l’evento organizzato dall’amministrazione di Santa Croce di Magliano “Digiunando davanti al mare” per un racconto su Danilo Dolci, alle 18:30, presso la saletta del Museo SACROAM di via Bicchierino, Santa Croce di Magliano.

 

Il Segretario di Federazione Oscar Scurti

Il Dipartimento di Comunicazione e Cultura: Elena Frate, Candida Anna Stellato, Biagio Merendi

Federazione PD Basso Molise

 

***

 

Anche nel Molise si sentono le ingiustizie causate dal capitalismo,in Italia e nel mondo: per gli operai e le classi popolari continua il calvario dei sacrifici, del lavoro precario, della disoccupazione, del supersfruttamento; si allunga l’orario di lavoro per ingrassare i grandi azionisti; si tagliano le spese su scuola, salute, trasporti, per pagare il debito pubblico alle banche. Il capitalismo sta aggredendo la natura come mai era avvenuto in tutta la storia dell’umanità. Dove domina il profitto, non può regnare il rispetto della natura.

I partiti del capitalismo hanno due tronconi. Quelli “europeisti” (PD e satelliti e parte della destra) che vogliono subordinare i lavoratori alle ambizioni spartitorie dei capitalisti europei nella gara con gli imperialismi di USA e Cina. Quello nazionalista (Lega,  destra oscurantista, sparuti gruppetti neofascisti) che vogliono utilizzare la insofferenza popolare contro l’UE per mettere i salariati del proprio paese contro i salariati degli altri paesi, contro gli immigrati, contro i diritti delle donne e degli oppressi, nel mentre difendono le vecchie politiche di rapina del capitale finanziario. ll governo Lega-M5S, le sue politiche di elemosine sociali messe a carico dei destinatari con i suoi progetti di ulteriore detassazione dei capitalisti a spese dei lavoratori, sono un esempio chiarissimo dell’inganno populista.

Il problema non è tra la Lira e l’Euro o il colore politico di chi governa al centro o in Regione, ma sta nel sistema capitalista, marcio nelle sue fondamenta, divenuto ormai incapace di assicurare il progresso. I lavoratori non hanno interesse a questa gara tra briganti capitalisti: proletari di tutti i paesi, unitevi ! ” scriveva Marx nel Manifesto. Una parola d’ordine rivoluzionaria, più attuale che mai.

La sinistra “riformista” rimane un’illusione senza futuro nell’epoca che distrugge le vecchie conquiste sociali e democratiche, perché ha esaurito i margini ridistributivi all’interno del sistema.

L’alternativa storica rimane tra rivoluzione e reazione: o il movimento operaio rovescia il capitalismo, o il capitalismo trascinerà le giovani generazioni verso un futuro di miseria, di crisi ambientali, di guerre.

Si obietta che “la classe operaia non esiste più o non può più lottare”…Nulla di più falso !

I salariati non sono mai stati così numerosi al mondo. È vero, hanno subito tante sconfitte. Ma il conflitto sociale resiste e molta brace cova sotto la cenere; anche nel Molise, con le continue agitazioni per il lavoro per i licenziamenti subiti negli anni, dalle realtà aziendali più grandi smantellate, sino alla vertenza per la stabilizzazione degli ex operai cantonieri precari in Provincia di Isernia, che ha assunto un grande significato sociale.

Il grande movimento delle donne, il risveglio della giovane e giovanissima generazione contro l’inquinamento e le responsabilità del profitto, indicano gli alleati possibili della classe lavoratrice e di un progetto di rivoluzione, anche per le masse molisane.

Non manca la forza sociale dei lavoratori, manca la coscienza politica, distrutta dalle vecchie direzioni riformiste, politiche e sindacali. Prima lo stalinismo e la socialdemocrazia, che hanno distrutto il patrimonio rivoluzionario di un secolo fa. Poi il coinvolgimento delle direzioni riformiste nelle politiche di austerità degli ultimi decenni, dal sostegno ai Prodi alla capitolazione di Tsipras.

Si tratta dunque, per l’avanguardia, di ricostruire una coscienza classista e rivoluzionaria, di unire le energie in un partito rivoluzionario d’avanguardia che in ogni lotta e in ogni movimento, anche nel Molise, porti la coscienza e il programma della rivoluzione sociale, contro l’europeismo borghese, contro i sovranismi nazionalisti, per un’Europa socialista e per costruire un partito organizzato su scala nazionale e internazionale. E’ difficile, ma esiste un ’altra strada ?

La costruzione del Partito Comunista dei Lavoratori, anche nel Molise, e la sua lotta per la rifondazione della Quarta Internazionale, vanno ostinatamente in questa direzione.

 

Partito comunista dei lavoratori – Sezione del Molise

 

***

 

Dal Molise festa dei lavoratori ma non si muove foglia!

La mancanza di coscienza, l’accomodamento, il clientelismo hanno distrutto il senso di questa giornata e del vivere quotidiano. Giovani, padri e madri appesi ad un filo con la speranza che qualche poltronista tiri fuori dal cilindro un lavoro salariato , la guerra tra i poveri è pienamente in atto , dal nostro piccolo Molise la dimostrazione è lampante, non si muove foglia! Le cosiddette parti sociali, i sindacati confederali in primis, sempre più burocrati e complici si limitano a ratificare lo stato attuale della situazione ,la politica del potere locale sceglie a suo piacimento a chi dare il contentino così umiliando migliaia di bisognosi alla faccia dei diritti e della dignità !!! Proprio oggi ci vengono a raccontare le pappardelle di routine.Vergogna!
Siamo con coloro che pur avendo un lavoro arrivano stremati e sottopagati con le banche a bussare alla porta , con chi rischia la vita anche con la morte .
Seppur primavera non siamo quelli che dispensano rose e viole ! Invitiamo a una riflessione che deve unire tutti in una risposta collettiva all’ipocrisia e al disagio sociale , non si può solo ricordare e vivere sui diritti conquistati negli anni passati e oggi rimangiati con gli interessi.
Per festeggiare bisogna prima lottare!
Buona festa dei lavoratori.

Coordinamento SOA
Sindacato Operai Autorganizzati

commenta