Sono andate in parte deluse le attese dei campobassani per una delle iniziative organizzate dal Comune in occasione dei festeggiamenti per il Santo Patrono, San Giorgio.
Deluse perché, proprio a conclusione di una bellissima mattinata in cui quasi 200 persone hanno ripercorso gli itinerari e riabbracciato i personaggi più importanti del centro murattiano, la fontana della peschiera e il suo zampillo sono andati parzialmente in bianco.
Decine di fotografi e curiosi in quantità, la folla si aspettava lo zampillo annunciato: circa 20-30 metri di altezza, a rievocare quello storico del 9 novembre 1989, giorno dell’inaugurazione della struttura. Ma il getto d’acqua è stato modesto, non più di otto metri, causando i mugugni giustificati della piazza, in febbrile attesa attorno alla fontana. Problemi, perché, è stato detto: l’acqua troppo alta sarebbe potuta fuoriuscire dalla vasca a causa del vento, ma è probabile che il funzionamento idraulico della fontana sia andato in crisi sul più bello.
Peccato, perché la giornata era stata fino a quel momento straordinaria. L’archeologo Walter Santoro (Opificio culturale), tra i maggiori conoscitori della storia cittadina, nonché medievista di qualità, ha accompagnato tantissimi campobassani in giro per il centro murattiano, raccontando aneddoti e vicende di piazza Municipio, antica Campora, del grattacielo di Campobasso, costruito da Davide Pacanowski, ingegnere e architetto polacco che scampò alle leggi razziali, e dei ‘giganti’ della città: Francesco Bucci, la sua casa natale, e Francesco D’Ovidio, il suo busto.
Quando siamo in centro, non ci facciamo caso, ma tutta l’area è ricca di storia tra edifici importanti e quell’anno, il 1889, che segnò anche l’arrivo dell’acqua potabile nelle case e l’espansione della città: molti cittadini cominciarono a lasciare il borgo per popolare l’attuale centro.
Insomma, dopo la “Storia di Campobasso”, la pannellizzazione della chiesa di San Giorgio, “Campobasso Sconosciuta” e la scoperta del palazzo di Capua-Gonzaga, Santoro, in collaborazione con la Città di Campobasso, ha messo in piedi un’altra bella iniziativa. La visita guidata all’antica area della Campora, all’ex Convento dei Celestini, e la definizione di spazi e topografia urbana tra Ottocento e Novecento, hanno infatti fornito nuovi spunti d’interesse, in parte inediti.
E’ mancato il botto finale, che stavolta non era pirotecnico, ma… liquido. Ansia da prestazione o destino cinico e baro, poco importa. La delusione è stata palpabile.
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